Energia pulita rinnovabile ed alternativa

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Tipi Di Energia

 


ENERGIA DAL MARE

In linea di principio è possibile convertire almeno cinque tipi di energia presenti nel mare: quella delle correnti, delle onde, delle maree, delle correnti di marea e del gradiente termico tra superficie e fondali.

Esiste poi la possibilità di recuperare, per osmosi, l'energia dissipata quando l'acqua dolce dei fiumi si versa in mare miscelandosi all'acqua salta. Attualmente esiste solo un impianto per lo sfruttamento delle maree in Francia, mentre sono in corso esperimenti per lo sfruttamento del potenziale energetico delle onde nel Regno Unito, in Norvegia e in Giappone e del gradiente termico negli Stati Uniti. L'Unione Europea ha di recente concluso uno studio che identifica circa 100 siti suscettibili di essere utilizzati per la produzione di energia elettrica dalle correnti marine.
In Italia è lo stretto di Messina ad essere stato identificato tra i siti più promettenti.



ENERGIA DALLE ONDE

La strada di sfruttare il moto delle onde del mare per ottenere energia elettrica, nonostante i problemi, non smette di solleticare la fantasia degli ingegneri. Ci sono allo studio ipotesi per concentrare e focalizzare le onde in modo da aumentarne l’altezza e il potenziale di conversione in energia elettrica. Altre ipotesi prevedono invece di utilizzare le variazioni di pressione che sì riscontrano al di sotto della superficie del mare, altre utilizza dei galleggianti che "copiano" il moto ondoso trasferendolo a dei generatori per mezzo di pistoni idraulici.

OWC

Il principio della colonna d'acqua oscillante (OWC)
E' adottato dalla scozzese Wavegen e dalla australiana Energetech per degli impianti dimostrativi. Il turbogeneratore ha la proprietà di mantenere lo stesso senso di rotazione indipendentemente dalla direzione del flusso d’aria, quindi le turbine ricevono la spinta sia nella fase di compressione che in quella di decompressione. Gli impianti sono progettati per una potenza di 2 MW e non sono necessariamente costieri.
Con piattaforme al largo si potrà raccogliere la spinta, ben più elevata, delle onde lunghe del mare. Possono inoltre essere abbinati agli impianti eolici “offshore” rendendo migliore la rendita commerciale di entrambe le tecnologie. Ogni metro di fronte ondoso può sviluppare mediamente 70 kW al largo e 20 kW sottocosta, il progetto LIMPET (Land-Installed Marine-Powered Energy Transformer), in Scozia, è collegato alla rete elettrica e il costo del kWh è di 0,075 € , non male per un prototipo assoluto del genere, per fare un paragone basti pensare che i primi impianti eolici producevano un kWh al costo di 0,16 € mentre oggi si hanno costi di 0,04 € con la prospettiva di arrivare a meno di 3 centesimi. L'efficienza del sistema è buona, circa il 50%, il fronte dell'impianto (sottocosta) è di 18 metri e le due turbine da 300 kW producono in un anno circa 2300 MWh , i migliori aerogeneratori con la stessa potenza producono mediamente in un anno circa 1300 MWh, i costi del prototipo sono 4 volte maggiori di quelli delle turbine eoliche attuali che però godono di una certa industrializzazione.

Sezioni turbine Wavegen


Possono essere integrati come frangiflutti...


...o come Protezioni litoranee di porti e darsene.

Piattaforma Kaimei

Poiché il moto delle particelle d'acqua decresce rapidamente con la profondità, tutti i dispositivi più studiati appartengono alla prima categoria.
Nel più interessante dei casi l'aria contenuta in due setti separati si espande quando l'onda decresce e viene compressa quando l'onda cresce. In entrambi i casi la turbina è fatta rotare dal flusso d'aria tra i due setti, la potenza media di uscita varia dai 70 ai 120 W. Gli ostacoli principali per la costruzione di impianti su larga scala sono i costi e le difficoltà di installazione in mare aperto. Un progetto è stato iniziato nel 1978 con la partecipazione del Canada, Stati Uniti, Irlanda, Giappone e Gran Bretagna. Sarà realizzato a bordo di una piattaforma marina (Kaimei) ancorata a 3 km dalle coste del Giappone; la produzione massima sarà di 2 MW.

Progetto giapponese " Mighty Whale "


Un progetto, denominato Weratlas, punta a valutare il potenziale energetico dei litorali europei. Sono stati individuati alcuni siti promettenti nelle Azzorre, in Irlanda e Scozia. L'impatto ambientale potrebbe essere costituito dal disturbo per i pesci e da possibili erosioni delle coste. Un altro progetto basato sulla "colonna d'acqua oscillante".

Sistemi con apparati galleggianti
Il progetto Pelamis è un sistema con galleggianti ed utilizza l'ampiezza dell'onda , è basato da una struttura semisommersa che grazie al movimento dettato dalle onde agisce su dei pistoni idraulici accoppiati a dei generatori.
In genere la singola struttura è composta da 5 elementi congiunti , ha un diametro di 3,5 m ed è lungo 150 metri , la potenza è di 750 kW. Particolare dello snodo, i materiali devono essere resistenti all'azione corrosiva dell'acqua di mare e sono previsti accessi alla struttura per eventuali interventi di manutenzione e/o riparazione. Particolare del pistone idraulico, una pompa ad olio ad alta pressione aziona dei motori idraulici accoppiati al generatore. Impianti di prova saranno installati al largo della Scozia (750 kW) e al largo dell'isola di Vancouver in Canada (2 MW), gli impianti commerciali dovrebbero essere di 30 MW e "coprirebbero" un Km quadrato di mare. I primi sistemi commerciali saranno installati davanti alle coste del Portogallo, il primo impianto sta per essere completato ed ha una potenza di 2,25 MW.

Prototipo Pelamis
Pistone del sistema
Snodo Pelamis


In Brasile sarà sperimentato un sistema in cui dei galleggianti sono collegati ad una banchina tramite un braccio snodato, meccanicamente accoppiato ad un generatore.
Il progetto è sviluppato dall' Università Federale di Río de Janeiro, il costo dell'energia elettrica così prodotta è previsto nello stesso ordine di grandezza degli impianti idroelettrici tradizionali.


Sistemi con impianti sommersi
Anche il principio di Archimede si presta allo sfruttamento del moto ondoso, sono più di uno i sistemi che si basano sui principi idrostatici,tra i quali l'AWS (Archimedes Wave Swing), in maggio del 2004 ha installato un impianto pilota al largo delle coste Portoghesi.

AWS OPT


Questo progetto consiste in una struttura ancorata al fondo marino nella quale una camera d'aria è compressa al momento del passaggio dell'onda sopra il sistema e risale quando l'onda è passata, nel sistema commerciale si dovrebbe avere una potenza di 2 MW, con una struttura (completamente sommersa) alta 30 metri e 10 metri di diametro, la massima efficienza si ha con onde che abbiano una ampiezza di 5 metri.
A marzo 2004 l'americana Ocean Power Technologies, che sta mettendo a punto un sistema simile, ha annunciato la realizzazione di un impianto pilota al largo delle coste Spagnole, a differenza del sistema AWS quello della OPT prevede un elemento affiorante. Il costo del kWh per questa tecnologia è stimato in 3-4 centesimi per un impianto di 100 MW.


Sistemi di superficie con bacino di raccolta
Un'altro modo per utilizzare le onde è studiato dalla società danese Wave Dragon e affronta la questione in modo più tradizionale: cattura l'acqua dell'onda in un bacino sopraelevato tramite una "rampa" e la fa passare per delle turbine ad elica posizionate poco sopra al livello medio/inferiore dell'onda e al centro del "bacino".
La realizzazione di un impianto precommerciale è prevista per i primi mesi del 2008.

Progetto italiano per frangiflutti a recupero energetico
Viene descritto un sistema frangiflutto in grado di attuare anche lo sfruttamento della forza d'urto delle onde del mare per produrre energia elettrica. Si tratta di una struttura del tutto simile a quelle in corso di sperimentazione da molto tempo ma dalle quali si distingue per la presenza di un serbatoio idropneumatico, finora mai utilizzato in applicazioni del genere ma che si ritiene essere in grado di regolarizzare il flusso e cioè di trasformare un'energia pulsante come quella delle onde in energia che si mantiene costante per periodi di una durata compatibile con una sua utilizzazione ai fini idroelettrici.

Energia oceano meccanica: Sistemi ad onde energetiche
La maggior parte dell'energia che arriva alla terra dal sole, è cambiata dal vento che di conseguenza trasferisce l'energia alle onde del mare. L'energia delle onde del mare è enorme ed è circa 70Kw/km del fronte piatto dell'onda. Queste onde si muovono per chilometri senza perdere la loro potenza. Le onde sono prodotte da una tempesta nel centro dell'Oceano Atlantico che normalmente migra verso le coste senza perdita di potenza. Tutta l'energia è concentrata vicino al livello dell'acqua e solo una piccola parte d'energia migra alla profondità di 50 metri sotto il livello dell'acqua. Questo significa che è una risorsa energetica molto concentrata che varia molto meno durante il giorno, comparata ad altre risorse rinnovabili (sole, vento). La tecnologia che fa uso di energia delle onde è basata sulla cattura delle onde in spazi ristretti e sulla trasformazione dell'energia cinetica in elettricità.

Sistema della colonna oscillante dell'acqua (OWC)

Per la conversione d'energia, vi sono tre sistemi base:

  • Sistemi di canali – che incanala le onde nei serbatoi
  • Sistemi di flusso – che guidano pompe idrauliche
  • Sistemi OWC – che utilizzano le onde per comprimere l'aria in un container

La figura sopra mostra il sistema della colonna oscillante dell'acqua (OWC). L'acqua sale ad una conca idraulica e forza l'aria fuori dalla conca. L'aria in movimento fa girare una turbina che può accendere un generatore. Quando l'onda si abbassa, l'aria fluisce attraverso al turbina e indietro nella conca idraulica attraverso porte che sono normalmente chiuse.


ENERGIA DALLE MAREE

Schema impianto di marea
 
Ciclo impianto di marea

È noto che la luna esercita una forte forza d’attrazione sull’acqua della Terra. Dall’innalzamento e dall’abbassamento regolare delle masse d’acqua si ricava energia. Per costruire una centrale di marea, l’estuario è sbarrato in direzione del mare con una diga artificiale. La tecnica energetica sfrutta il dislivello tra l’alta marea e la bassa marea : la cosiddetta ampiezza di marea. Una premessa è ovviamente un’ampiezza della marea sufficiente, come si verifica ad esempio nella Francia settentrionale, presso St. Malo, dove la differenza tra il livello minimo e il livello massimo dell’acqua è di 12-13 metri.

Le centrali di marea costiere hanno il limite nell'erosione che esercitano nelle coste e nella abondante sedimentazione all'interno del bacino, per questi motivi si sta pensando a degli impianti offshore che hanno anche il vantaggio di poter modulare la produzione di energia elettrica dividendo la struttura in più bacini.Con le opportune griglie di sbarramento e data la non elevata velocità delle turbine di questi sistemi può essere salvaguardata anche la flora e la fauna all'esterno dei sistemi.

Ad oggi sono stati individuati, a livello globale, 21 siti dove le caratteristiche delle maree sono adatte alla installazione di questo tipo di centrali mareomotrici
Nella sola Inghilterra il potenziale stimato è di 6.000 MW di impianti realizzabili. Il progetto pilota proposto dalla Tidalelectric è di 60 MW, il costo stimato per l'impianto è di 120 milioni di Euro, il ricavo stimato annuo è di 12 milioni di Euro ( senza contributi pubblici), il costo di generazione sarebbe già competitivo anche a livello di prototipo.


ENERGIA DALLE CORRENTI MARINE E DI MAREA

Sistema di turbine ad asse orizzontale
 
La Swanturbines ha ideato un sistema telescopico utile per la manutenzione degli organi in movimento
 
Sistema progettato dalla inglese EB, studiato appositamente per le correnti di marea
 
 
Turbine ad asse verticale, adatte per correnti di marea, lo sbarramento è solo apparente

L’energia delle correnti di marea è una delle fonti più interessanti ed inesplorate tra le fonti di energie rinnovabili. Nella sola Europa la disponibilità di questo tipo di energia è pari a circa 75 GW. Le forti correnti marine che attraversano lo Stretto di Messina hanno una potenzialità energetica pari a quella prevista dalla grande centrale idroelettrica in costruzione in Cina sul Fiume Azzurro: circa 15.000 MW.Le turbine per lo sfruttamento delle correnti marine possono essere (come per le tecnologie eoliche) ad asse orizzontale o ad asse verticale. Le turbine ad asse orizzontale sono più adatte alle correnti marine costanti, come quelle presenti nel Mediterraneo.
Le turbine ad asse verticale sono più adatte alle correnti di marea per il fatto che queste cambiano direzione di circa 180° più volte nell'arco della giornata.
Per lo stesso motivo anche i sistemi a pompa sono adatti alle correnti di marea, come lo Styngray, progetto curato da una società inglese. È bene notare che l’energia delle correnti di marea è del tipo “non a barriera”, al contrario di quella ottenuta utilizzando l’innalzamento e l’abbassamento delle maree come la centrale di La Rance in Francia.
Nella prima immagine in alto un sistema di turbine ad asse orizzontale simili a quelle installate nella centrale di Hammerfest in Norvegia e a Lynmouth in Inghilterra. I costi di questi impianti sperimentali sono già ad un buon livello (0.07€/kWh), si calcola di raggiungere costi ancora più competitivi per impianti multipli, altre società che sviluppano sistemi simili sono la Marineturbines e la Swanturbines.
Un metro quadrato di area, intercettata con una turbina, in una corrente d'acqua che viaggia a 3 metri al secondo (11 Km/h) dà una potenza di 3 kW.
Una corrente d'aria che investe una turbina eolica da un metro quadrato per produrre 3 kW deve viaggiare a 28 metri al secondo (100 Km/h).
A destra in basso una turbina ad asse verticale "Kobold" in un test in galleria del vento. E' simile alla turbina montata nell'impianto sperimentale nello stretto di Messina.
Un altro concetto per lo sfruttamento delle correnti di marea è studiato dalla società australiana Biopower.
La turbina Kobold, che ha l'aspetto di una piattaforma galleggiante di circa 10 metri di diametro, dotata di una turbina ad asse verticale con tre grandi pale immerse in acqua, è nata dall'idea di Elio Matacena di sfruttare all'incontrario un moderno propulsore navale montato sui traghetti Caronte. Posta da quasi due anni al largo di Ganzirri (a Nord di Messina) dove le correnti hanno velocità medie di 2 metri al secondo, Kobold ha dimostrato la fattibilità della conversione dell'energia meccanica in elettrica. La Ponte di Archimede S.p.A., ovvero l'azienda che lo ha sviluppato e realizzato, ha già trovato un importante cliente disposto ad acquistarne un gran numero: l'Indonesia. Il territorio indonesiano è composto da tantissime isole di dimensioni alquanto ridotte sulle quali è quasi impossibile portare o produrre energia, tanto che la maggior parte sono ancora senza elettricità. Il governo indonesiano ha intenzione di installare le Kobold (questo il nome delle turbine) tra queste isole per sfruttare le fortissime correnti che le circondano in modo da poter dare corrente ai tanti villaggi e paesi che ancora ne sono sprovvisti. L'università "University of Wales Swansea" e partners stanno progettando turbine per produrre elettricità dalla acqua marina corrente. Le turbine "Swanturbines" sono particolari per una serie di aspetti. La prima differenza è il diretto accoppiamento delle pale al generatore elettrico senza l'intermedio di una scatola trasmissione. Questa configurazione è più efficace ed elimina un potenziale punto di guasti. Un'altra particolarità è l'uso di "gravity base", un pesante blocco di cemento per tenere la turbina in piedi anziché a mezzo trivellazione del fondo marino.

Energia oceano meccanica: Sistemi delle correnti energetiche
La potenza delle maree è differente dalle altre risorse energetiche perché ha origine nell'energia gravitazionale e cinetica che arriva dall'influenza della luna sul pianeta. La marea è un risultato di questa attività e si fa sentire su tutti i mari e tutte le coste oceaniche

Sbarramenti per convertire l'energia delle correnti delle maree in elettricità

Il livello dell'acqua cambia regolarmente due volte al giorno (sale e scende) e questo porta a tentare di sfruttare quest'energia. Per convertire l'energia delle correnti delle maree in elettricità vengono generalmente utilizzati degli sbarramenti (vedi figura sopra). Lo sbarramento è costruito da un capo all'altro di un estuario, permettendo ai flussi delle maree di riempire un bacino di raccolta per mezzo di una serie di canali con chiuse. A livello alto dell'acqua le barriere sono chiuse, creando una sorgente d'acqua nella bassa marea. L'elettricità viene generata rilasciando l'acqua in una serie di lampade a turbina convenzionali. L'elettricità in questo tipo di centrali elettriche è prodotta solo per poche ore al giorno. Questo significa che, alla fine, l'efficienza è bassa. Le centrali energetiche a correnti delle maree producono solo un terzo comparabilmente agli impianti idrici classici. Una variante è la tecnologia dei corsi delle maree, che mira a sfruttare le forti correnti delle maree che vengono trovate in mari abissali dove esistono naturali costrizioni, come attorno a promontori o tra due isole.


ENERGIA DAL GRADIENTE TERMICO

Meccanismo conversione dell'energia termica degli oceani (Otec)

La prima centrale per la conversione dell'energia termica degli oceani (Otec) è nata nel 1996 al largo delle isole Hawaii e produce energia sfruttando la differenza di temperatura tra i diversi strati dell'oceano.
L'energia solare assorbita dalla superficie del mare la riscalda, creando una differenza di temperatura fra le acque superficiali, che possono raggiungere i 25 - 28 gradi, e quelle situate per esempio ad una profondità di 600 m, che non superano i 6-7 gradi. Le acque superficiali, più calde, consentono di far evaporare sostanze come ammoniaca e fluoro; i vapori ad alta pressione, mettono in moto una turbina e un generatore di elettricità, passano in un condensatore e tornano allo stato liquido raffreddati dall'acqua aspirata dal fondo. Una differenza di 20 gradi centigradi basta a garantire la produzione di una quantità di energia economicamente sfruttabile.
Attualmente si ha una potenza di 50 KW, ma si pensa di poter arrivare a 2 MW anche se i costi sono molto alti.



Le zone dal giallo al rosso nell'immagine a lato sono idonee per lo sfruttamento del gradiente termico per produrre energia elettrica, il potenziale di questa tecnologia è considerevole nelle zone adatte.




Mappa oceanica della differenza di temperatura tra le acque di superficie e quelle profonde

L' OTEC è una tecnologia conveniente solo nei mari tropicali, dove la differenza di temperatura tra le acque di superficie e quelle profonde è di circa 20°, oppure nelle isole vulcaniche, dove si minimizza la lunghezza dei tubi che devono arrivare in profondità (il costo delle condutture ammonta al 75% dell'impianto). In questi casi la sua efficienza e' del 3% (una centrale a combustibili fossili rende 10 volte di più).

Secondo il NRAL ( National Renewable Energy Laboratory USA ), gli oceani possono produrre miliardi di Watt di energia elettrica, essendo delle risorse rinnovabili ampie. Inoltre l'acqua di mare fredda e profonda, utilizzata per l' OTEC, è ricca di sostanza nutrienti, è quindi possibile utilizzarla anche per l'idrocultura (produzione di alghe) e l'agricoltura a suolo freddo, per permettere a piante temperate di crescere ai tropici.In più questa tecnologia può essere utilizzata per produrre acqua desalinizzata per usi industriali, agricoli o residenziali, può fornire aria condizionata, è una risorsa per la maricultura on-shore e near-shore e ovviamente ha un significativo potenziale di fornire elettricità pulita. Nelle piccole isole, i benefici possono essere l'autosufficienza, minimi impatti ambientali, miglior nutrizione data dall'acqua desalinizzata e dai prodotti di maricultura. Insomma questo è un altro dei vari modi di ricavare energia dal mare. Naturalmente ne vanno valutati gli impatti sull'ecosistema. In teoria, trattandosi di tubature installate sui pendii delle piattaforme continentali che devono scendere fino ad un chilometro di profondità, la loro ubicazione dovrebbe dare poco fastidio. Il problema e' che una centrale da 100 MW scaricherebbe acqua fredda con la stressa portata di un fiume. Che fare di quest'acqua? Oltre agli usi di cui sopra, si pensava di scaricarla di nuovo a mare, alla profondità di 100 m . A quel livello lo scarico dovrebbe essere termicamente isolato dalle acque superficiali, dove si svolgono le attività biologiche più intense.


ENERGIA DA OSMOSI

Quando un fiume si versa in mare e l'acqua dolce si mescola con acqua salata vengono liberate enormi quantità di energia. Ciò non è evidente e non è intuitivo ma basti pensare che per ottenere acqua dolce dall'acqua salata serve energia, per contro quando l'acqua dolce viene salata si libera energia.
Teoricamente ci sono diversi modi per convertire in energia utile l'energia dissipata quando l'acqua dolce si miscela all'acqua di mare.
Le due tecniche più interessanti sono:
a) ritardo-pressione per osmosi (pressure-retarded osmosis, PRO)
b) elettrodialisi inversa (reverse electrodialysis, RED)
Le possibilità per una applicazione pratica di queste due tecniche dipendono molto dalla riduzione di costo della membrana osmotica necessaria ai due sistemi. Nel corso degli ultimi venti anni lo sviluppo di membrane osmotiche ha avuto un buon sviluppo grazie all'applicazione nella desalinizzazione dell'acqua per usi potabili ed irrigui e per la depurazione delle acque reflue, grazie a ciò ora si comincia a pensare seriaamente alla possibilità di utilizzare le membrane anche per la produzione di energia.

Pressure-Retarded Osmosis (PRO)
Questo fenomeno fisico fu notato per caso la prima volta nel 1784 quando il sacerdote e fisico francese Jean-Antoine Nollet mise una vescica di maiale riempita di vino in un barile d'acqua.

L'acqua dolce è separata dall'acqua salata da una membrana semipermeabile, così si ha una sollevazione del livello del'acqua salata creando un salto sfruttabile con tecnologie idroelettriche tradizionali

L'effetto fu che la vescica si gonfiò fino a scoppiare. Il fisico olandese Van't Hoff nel 1899 descrisse il fenomeno trovando la formula per calcolare la pressione osmotica.
Il principio di funzionamento di un impianto basato sul PRO è descritto nell'immagine a lato.
Negli anni Cinquanta c'è stato un crescente interesse per la produzione di acqua potabile da acqua di mare.
Un passo avanti è stato compiuto dagli americani Sidney Loeb producendo una membrana semipermeabile utile allo scopo.
La produzione di acqua dolce per osmosi inversa è oggi una tecnologia consolidata ed utilizzata soprattutto in Medio Oriente.
Le stesse membrane possono essere utilizzate in un impianto per la produzione di energia elettrica con la tecnica PRO. Attualmente questa tecica è sperimentata in Norvegia dalla società.


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