INTRODUZIONE
L'esigenza
di trovare una energia diversa da quella muscolare degli uomini
e degli animali porta, tra il IX e X secolo ad un consistente
sviluppo tecnico delle macchine idrauliche. Inizialmente utilizzata
per far girare le macine, trasformava l'energia cinetica dello
scorrere dell'acqua in energia meccanica, mediande una ruota
a pale immersa per metà nel fiume. Con lo stesso principio poi
la ruota idraulica servì per azionare macchine per segherie,
mantici, magli per le fucine, frantoi per olio, per minerali
e per polvere da sparo, verricelli idraulici, gualchiere, ossia
macchine per la follatura dei tessuti di lana, mulini per la
concia, per la canapa, per la carta, torni da falegname, pompe
per sollevare l'acqua, soffianti per altiforni, alesatrici per
cannoni, ecc...
L'ACQUA E LA FATICA UMANA
È generale convinzione che il primo impiego pratico dell'energia
idraulica sia da attribuire a qualche nostro progenitore che
la utilizzò per l'azionamento di mulini da cereali in
sostituzione degli asini e degli schiavi allora adibiti a tale
fatica. Parecchie sono le testimonianze, ma importante è
quella che ricordiamo.
In occasione di certi lavori di sistemazione dell'alveo del
Tuliverno nella pianura che si stende presso la città
di Venafro, interno al 1930 è stata fatta un importante
scoperta archeologica.
Si è trattato del rinvenimento delta chiara impronta
di una ruota idraulica in una stratificazione di travertino
e poiché: in vicinanza furono trovate anche due pietre
da mulino, fu facile argomentare che in quel punto esistesse
un apparecchio per macinare il segno col quale era
costruita la ruota era completamente svanito, ma il travertino
che le si era andato forzando attorno nello spazio di 2000 anni
circa, ne aveva conservato con precisione la grandezza e la
forma. L'esatto rilievo delle cavità né
ha permesso una ricostruzione ed il modello si trova ora nel
Museo Nazionale di Napoli.
È quindi da millenni che l'energia idraulica contribuisce ad
alleviare la fatica dell'umanità e, in tempi meno remoti,
al suo progresso industriale. Quanti insediamenti di filature,
tessiture, mulini, segherie, ecc. hanno trovato infatti ubicazione
e sviluppo sulle rive dei corsi d'acqua dai quali traevano in
vario modo l'energia meccanica per l'azionamento dei loro macchinari.
Interno della centrale Volta dell impianto di lsolaverde
cstruita nel 1889 era dotata di quattro turbine da l 10 kW con
otto dinamo a corrente costante e due turbine-dinamo da 12 kW
per la eccitazione delle dinamo principali
Più tardi allorchè
fu possibile con i generatori produrre e con i motori utilizzare
l'energia elettrica il passo all'impiego di risorse
idrauliche per l'azionamento dei generatori fu naturale e premessa
alla massima utilizzazione.
L'ACQUA
E L'ELETTRICITÀ
Quando si osservi che meno di
un anno dopo la prima centrale idroelettrica del mondo, a Milano
la prima centrale termoelettrica Italiana e solo sei anni dopo,
nel 1889, furono avviati i gruppi idroelettrici della
centrale di Isolaverde, si deve concludere che non soltanto
fu immediatamente avvertita convenienza dell’impiego dell’energia
idraulica per l’azionamento dei generatori ma
furono anche trovate soluzioni
ai tanti nuovi problemi che via via si presentavano.
In poco tempo si concentrarono interessanti realizzazioni come
appare da questa breve e incompleta cronologia
- 1890 impianti di isolaverde della
Soc Acquedotto De Ferrari Galliera dl Genova,
con tre contrali per l'utilizzazione delle acque del torrente
Gorzente e una potenza totale di 1200 KW a corrente
continua ripartita su 11 gruppi principali.
- 1891 Impianto di Tivoli della
Soc. Anglo Romana con una centrale sull’Aniene ed
una potenza di 1500 KW a corrente alternata ripartita su
6 gruppi principali.
- 1896 Centrale di Bestini di Paterno
d’Adda della società Edison di Milano.
Con centrali Semenza ed Esterle con i suoi 10550 KW
di potenza totale generata direttamente a 13500 V a corrente
alternata.
- 1897 Impianto di Ponte Preti e Colle
Mosso in Piemonte. Ciascuno di 1640 KW a corrente alternata
- 1898 Impianto di Clanezzo di potenza
2500 KW.
- 1899 Nuovo Impianto di Tivoli in sostituzione
di quello costruito nel 1891 capace di erogare 14000 KW.
- 1900 Impianto di Zizzola sul Ticino,
di 9240 KW e Pian Funghera sulla Stura di 2400 KW.
Qui ci fermiamo osservando però
che negli anni successivi, approfittando dell’esperianza
maturata, si diede inizio all’utilizzazione delle risorse
idriche alpine ed appenniniche il cui totale sfruttamento non
è stato a tutt’oggi ultimato benché
siano ben poche, modeste, più difficili e molto onerose
, le residue possibilità d’installazione di nuovi
impianti.
È
giusto ricordare l’importante contributo fornito in quell’epoca
dall’industria nazionale con lo studio e l’approfondimento
di nuovi macchinari per i nuovi impianti che richiedevano gruppi
sempre più potenti.
La genialità delle soluzioni trovate, e la qualità
dei prodotti costruiti ricevettero un meritato apprezzamento
internazionale.
Lo prova la fornitura effettuata nel 1900 dalla Soc. Riva Monneret
di Milano delle turbine per l’impianto statunitense delle
Cascate del Niagara che furono l’avanguardia di
un’apprezzata produzione specializzata, sviluppata in
seguito anche da altre aziende, con forniture di macchine di
vario tipo e potenze, fino alle massime installate in ogni parte
del mondo.
UN IMPIANTO MICRO-IDRO PRESENTE NEL NOSTRO TERRIRORIO
Nel ' 700 a Vietri sul mare,
in località Oliva, un salto d’acqua artificiale
veniva sfruttato per produrre forza motrice grazie ad una turbina.
Nel febbraio del 1894 lfredo Cafaro ed Andrea Sprecher
presero in fitto l’opificio con forza motrice idraulica
per produrre energia elettrica secondo quanto previsto dalla
concessione dal Comune di Cava dè Tirreni “…
della illuminazione a luce elettrica della città e dei
villaggi, per la durata di anni trenta, giusto in strumento
per Notar Raffaele Catone dell’8 settembre 1893
….”
In seguito l’opificio, divenuto proprietà della
Società Elettrica del Mezzogiorno d’Italia fu fittato
all’industriale Vincenzo Annarumma, che nel secondo decennio
del XX secolo, sostituì la vecchia macchina idraulica
con una turbina di tipo Francio a camera libera.
Questa turbina, tutt’ora in esercizio, accoppiata ad un
alternatore sincrono di concezione più moderna, contribuisce,
per una quota di circa 20 KW, ad alimentare un piccolo impianto
industrule. (C.I.B.E.C. Centro Interdipartimentale di Ingegneria
dei Beni Culturali)
Locale turbina (Alternatore – volano – Regolatore
di Watt – quadro elettrico)
Turbina Francis in camera libera (bracci di attuazione per
il distributore – tubi di aspirazione per compensazione
spinta idraulica sulla girante)
Locandina del C.I.B. e C.
BREVE
STORIA DELL'ENEL
Lo stato di salute del settore
elettrico in Italia, causa non secondaria del black-out del
28 settembre 2003, affonda le sue radici nella storia dal dopoguerra
ai giorni nostri. Una storia tormentata, caratterizzata da scelte
politiche, come la nazionalizzazione nel 1962, economiche o
acclamate da tutti gli italiani come il “no” al
nucleare del 1987 ma sempre incentrata sul business della produzione
di energia.
Infatti, alla fine della seconda guerra mondiale, aziende private
come la EDISON, la SADE, la SIP e la SME, che producevano
e gestivano energia elettrica, fanno decollare la rinascita
industriale del nostro paese e in pochi anni diventano potentissime
macchine da soldi.
Il nostro governo, nel 1962 nazionalizza la produzione di energia
elettrica e fonda l’ENEL che ingloba oltre 1500 piccole
aziende: inizia così il monopolio dell’energia.
L’ENEL cresce progressivamente e velocemente negli anni
successivi e l’energia idroelettrica viene poco
alla volta affiancata da quella termoelettrica grazie alla grande
offerta di greggio e dal suo costo contenuto. Tra gli anni ’60
e l’84 la produzione si decuplica.
Ma nel 1973, la guerra dello Yom Kippur fa salire improvvisamente
i prezzi del petrolio e l'ENEL adotta un piano di emergenza
che prevede per la prima volta la costruzione di due centrali
nucleari. Contemporaneamente, in Francia, l’EDF decide
di puntare tutto sul nucleare.
Nel 1975 il piano energetico nazionale prevede centrali nucleari
per 20.000 MW ma il progetto incontra problemi legislativi e
finanziari, non viene realizzato e non decolla neanche nel 1979
con la seconda crisi petrolifera. Contemporaneamente cresce
l’opposizione all’energia nucleare che, grazie all’incidente
di Chernobyl in Russia e alla vittoria dei “no”
al referendum del 1987, ne determina la sconfitta. All’ENEL
non resta che puntare sulle fonti che già sfrutta,
idroelettrico e termoelettrico ed in particolare sull’uso
di carbone a ciclo combinato.
Nel ’92 l’ENEL, in difficoltà per l’aumento
dei prezzi dei combustibili fossili, diventa società
per azioni e nel ’99 si apre alla privatizzazione,
ma lo stato ne detiene il 68%.
Da quanto detto si deduce che l’energia, in Italia, è prodotta in larga misura da combustibili fossili, quali carbone,
petrolio e gas naturale.
DATE STORICHE DELL'INDUSTRIA
ELETTRICA ITALIANA
1800 |
Alessandro
Volta, il 20 marzo, comunica alla Royal Society l'invenzione
della pila; J. B. Francis inventa la turbina |
1881 |
Giuseppe Colombo
dà vita al Comitato promotore per lo sviluppo
dell' energia elettrica in Italia |
1863 |
Inaugurata il 28
giugno a Milano la prima centrale termoelettrica in
Europa. |
1883 |
La prima diga di
sbarramento è a Lavezze sul torrente Gorzente,
in Liguria |
1884 |
Su impulso di Giuseppe
Colombo nasce il 6 Gennaio la Società Italiana
di Elettricità |
1885 |
Prima centrale
idroelettrica italiana ad opera della Società
Anglo Romana mediante lo sfruttamento del sistema Edison
delle cascate di Tivoli |
1898 |
Inaugurazione dell'impianto
idroelettrico di Paderno sull' Adda |
1899 |
Viene fondata la
Società Industriale elettrochimica di Point Saint
Martin, poi SIP (Società idroelettrica Piemontese);
La Riva & Monneret vince la gara per gli impianti
idroelettrici della centrale sul Niagara (Usa)
|
1862 |
Istituzione dell'Ente
Nazionale per l' Energia Elettrica (ENEL) |
1966 |
Per la prima volta
nella storia l' energia idroelettrica copre meno del
50% del fabbisogno nazionale |
1980 |
Attivazione della
centrale nucleare di Caorso |
1984 |
Vengono inaugurate
due centrali dimostrative alimentate da fonti rinnovabili:
la centrale eolica di Alta Nurra (SS) e quella fotovoltaica
di Vulcano (ME) |
1992 |
L' ENEL diventa
società per azioni |
1994 |
A Serre Persano
(SA) viene inaugurata la centrale solare fotovoltaica
più grande al mondo (3 MW) |
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